Gay & Bisex
Tra sauna e pullman

08.02.2025 |
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"Mi ritrovai con Filippo varie altre volte regolarmente ogni mese sul suo pullman parcheggiato insieme ad altri nel solito parcheggio alle porte della città..."
In sauna
Era la seconda volta che andavo in sauna. La prima ero emozionatissimo già nell’uscire di casa e il cuore mi batteva più forte via via che mi avvicinavo all’ingresso. Una volta entrato mi ero messo in esplorazione degli spazi e mi aveva subito eccitato entrare nella doccia e vedere maschi di tutti i tipi che si insaponavano il corpo senza cercare di nascondere le parti intime come invece succedeva spesso nelle docce della palestra. Mi ero eccitato ancora di più nell’entrare nella sauna secca e nel bagno turco dove alcuni stavano facendo una pompa e altri erano evidentemente in attesa col cazzo mezzo ritto o già evidentemente ben duro.
Ero poi arrivato nella dark room. Appena entrato non riuscivo a distinguere chi c’era, ma sentivo dei gemiti, dei sospiri e dei mugolii che mi incuriosivano e mi facevano tornare il batticuore e una strana debolezza alle gambe. Il desiderio di toccare e di essere toccato era al massimo. Nel muovermi senza vedere quasi niente, mi era capitato di toccare un culo, avevo cominciato ad accarezzarlo e a cercare altro con l’altra mano trovando subito un cazzo ritto che spingeva per entrare fra me e il culo che stavo accarezzando. A quel punto mi ero rivolto altrove, sempre a tentoni, e avevo toccato un asciugamano che un cazzo ritto teneva teso. Una mano aveva preso il mio ancora non del tutto ritto ma molto sensibile a causa dell’emozione e aveva cominciato ad accarezzarlo delicatamente. I miei occhi si erano a quel punto abituati al buio e riuscivo a vedere le sagome dei presenti, alcuni completamente nudi e altri con l’asciugamano intorno alla vita, alcuni in azione e altri in attesa appoggiati alla parete o in movimento alla ricerca del loro piacere. Decisi di appoggiarmi alla parete mentre il maschio che mi aveva preso il cazzo in mano continuava a strusciarlo delicatamente. Aveva più o meno la mia età, non male come aspetto per quello che potevo vedere. Ad un certo punto, quando il mio arnese era ormai bello duro, si era chinato e aveva cominciato a pompare. Sentire la sua bocca calda e bagnata mi aveva eccitato tremendamente e dopo poco non ero riuscito a trattenermi sborrandogli in bocca. Lui aveva sputato la mia sborra e se ne era andato accarezzandomi il viso.
Ero tornato alla doccia e mentre mi insaponavo mi ero accorto che uno sui sessant’anni ben portati mi guardava insistentemente strusciandosi il suo bel pisello morbido insaponato che faceva ciondolare in qua e in là. Cercava palesemente di tenere i miei tempi sciacquandosi e asciugandosi mentre io facevo lo stesso. Per rilassarmi un po’ andai a distendermi in un camerino. Decisi di lasciare la porta semichiusa per vedere cosa succedeva. Vidi entrare il sessantenne che si avvicinò cominciando ad accarezzarmi dappertutto. Lo lasciai fare perché la situazione, il suo corpo e i suoi modi mi piacevano. Lui si tolse l’asciugamano e mi appoggiò il suo cazzo quasi duro sulla mano che tenevo al bordo del lettino. Con le sue carezze riuscì a eccitarmi molto e, a quel punto si chinò e cominciò a slinguarmi la cappella per poi ingoiare il cazzo fino alla base. Mi eccitava anche il calore del suo respiro sul mio pube peloso. Nel frattempo il suo cazzo era diventato duro e mi venne naturale prenderlo in mano e cominciare a strusciarlo con delicatezza.
Mentre mi pompava continuava ad accarezzarmi indugiando spesso intorno al buchetto che prima di allora aveva provato solo il mio dito indice. Mi bagnò il buco con la saliva e, sempre continuando a pompare, piano piano ci infilò due dita cominciando a muoverle delicatamente. Non resistetti molto e mugolando forte sborrai ma non nella sua bocca perché lui l’aveva allontanata un attimo prima. A quel punto lui si mise a cavalcioni su di me e io cominciai a masturbarlo guardando fisso il suo cazzo che aveva una bella forma ed era caldissimo e durissimo. Ad un certo punto il suo corpo si irrigidì e il suo schizzo mi bagnò tutto il torace fino al collo. Era la prima volta che mi era successo e l’accaduto mi restò in mente per diverso tempo facendo crescere in me il desiderio di provare di nuovo la stessa sensazione di piacere causato dal piacere dimostrato dall’altro su di me con la sua copiosa sborrata.
Ripensando a tutto questo, entrai la seconda volta nella sauna già eccitato, senza un programma, con il solo scopo di godere il più possibile.
Ripresi il solito giro esplorativo come avevo fatto la prima volta. Mentre mi facevo la doccia mi accorsi che uno piuttosto robusto, mediamente dotato si strusciava con il sapone il cazzo rittissimo e accennava leggermente con la lingua tra le labbra al suo desiderio di farmi una pompa. A me non dispiaceva e, dopo che ci eravamo asciugati, mi diressi verso la dark-room che era vuota. Mi sedetti a gambe divaricate su una poltroncina trastullandomi palle e pisello che cominciò a rizzarsi. Poco dopo arrivò lui che si avvicinò di lato facendo in modo da farmi sentire la pressione del suo cazzo duro sulla mia spalla. La pressione caldissima sulla pelle mi eccitò molto ed ebbi un improvviso impulso di avvicinare la mia bocca alla sua cappella, ma lui si inginocchiò davanti a me e cominciò a leccarmi i coglioni già duri per l’eccitazione salendo lentamente su su fino alla cappella che ingoiò facendo arrivare il suo naso sul mio pube con mio grande piacere. Stavolta riuscii a controllarmi e a non venire. Dopo un po’ interrompemmo perché nessuno di noi aveva intenzione di sborrare troppo presto.
Restai seduto per un po’ e piano piano arrivarono altri che si avvicinarono. Qualcuno mi sfiorò il cazzo e io gli accarezzai i genitali o il sedere fino ad arrivare a spingere il mio indice dentro qualche buchetto più o meno cedevole. Decisi di alzarmi e andare a scaldarmi nel bagno turco. C’era poca luce e solo gradualmente si riusciva a vedere le sagome dei corpi avvolti dal vapore. Andai verso un punto da cui provenivano dei sospiri profondi. Quando fui vicino, vidi che c’erano due in piedi che si facevano pompare a turno da uno inginocchiato davanti a loro. Accarezzai i loro cazzi duri, bagnati e caldissimi. Non si ritrassero e io continuai mentre avvicinai il mio cazzo eccitato alla bocca dello spompinatore. Toccò anche a me farmelo succhiare. Contemporaneamente, uno dei due in piedi cercò il mio culo e, delicatamente, cominciò a far scivolare il suo pollice nel mio buco che, anche a causa del calore e del vapore oltre che per l’eccitazione, cedette con facilità. Con il pollice cominciò a ditalinarmi, facendo pressione sulla prostata e io lo lasciai fare godendo tantissimo quando il mio cazzo veniva preso in bocca. Ad un certo punto il quartetto si sciolse e anch’io uscii per farmi una doccia tiepida e rilassarmi un po’.
Tornai poi nella darkroom, mi accorsi subito che c’erano molte azioni in corso e andai subito verso un gruppo che sembrava molto attivo. Erano in quattro che scopavano a turno uno che si era messo a pecora e che pompava gli altri tre in attesa. Misi una mano al suo buco nel punto dove entrava il cazzo, fra l’altro durissimo, di uno dei quattro. Mi eccitai subito e mi lasciai accarezzare dappertutto da uno dei quattro che dovette aver percepito una certa mia disponibilità a farmi fare un po’ di tutto. Tant’è che appoggiò il suo cazzo caldissimo e turgido prima su una coscia, poi, vedendo che non mi spostavo, sul culo scivolando lentamente sul buco. Il cuore mi batteva a mille e mi sembrava che le gambe stessero per cedere dato che mai prima d’allora avevo sentito una cappella pressare sul mio buco. Lo lasciai fare e lui riuscì a far entrare in parte la cappella nonostante che avessi il buco asciutto. Mentre pressava mi stringeva a sé accarezzandomi il cazzo e le palle. Stavo quasi per sborrare, ma non volevo farlo ancora, mi sembrava troppo presto, volevo aspettare di essere davvero al massimo. Mi sciolsi dall’abbraccio e restai a guardare lui che rivolgeva la sua attenzione al culo di quello che si era messo a disposizione dei quattro impalandolo e cominciando a scoparlo con molto vigore e provocando, ad ogni suo colpo di reni, mugolii di quello che veniva inculato.
Decisi di nuovo di prendere una pausa. Feci un giro guardando se c’era qualcuno disponibile nei camerini. Incrociai lo sguardo con uno che era in piedi nel corridoio. Mi piacque subito per le proporzioni del suo corpo di quarantenne e per il suo sguardo insieme maschilmente dolce ed eccitato. Tornai sui miei passi e lui mi fece cenno di seguirlo in un camerino, cosa che feci senza esitazione. Quando fummo dentro cominciammo ad accarezzarci e a darci dei baci leggeri sul collo e sulle guance finché lui avvicinò le sue labbra alle mie e mi infilò con decisione ma non in modo violento la sua lingua in bocca. Non avevo mai baciato un uomo prima di allora, ma con lui mi sembrò del tutto normale come se lo avessi sempre fatto. Nel frattempo avevamo sciolto gli asciugamani e i nostri cazzi che si stavano indurendo erano pressati l’uno contro l’altro aumentando il piacere che ci davano i baci sempre più appassionati. Mi fece cenno di sdraiarmi cosa che feci volentieri senza aspettarmi nessuna azione in particolare. Cominciò ad accarezzarmi con calma dappertutto passando più volte sul mio cazzo ormai duro finché me lo prese fra le labbra e lentamente lo ingoiò fino al pube. Ripetè più volte l’azione e a me venne tanta voglia di baciarlo a fondo. Avvicinai con una mano la sua testa alla mia e cominciammo di nuovo a baciarci, stavolta con forza. Sempre continuando con i baci e le carezze, lui si sdraiò sopra di me, mettendo il suo cazzo durissimo è caldissimo tra le mie cosce. Mi venne naturale allargare le gambe sollevandole per cingere i suoi fianchi. Sentii la sua cappella appoggiata sul mio buco che piano piano cercava di entrare. Gli sussurrai di non farlo. Lui si sollevò, prese un preservativo che aveva lasciato sotto il materassino, se lo mise. Avevo chiaro cosa voleva fare, ma ormai ero preso dalla situazione, eccitatissimo e mi sentivo quasi come in una discesa senza freni. Tornò nella stessa posizione di prima, riprendemmo a baciarci e, dopo che mi ebbe bagnato il buco con la saliva, cominciò a penetrare nel culo. All’inizio sentii un po’ male, ma passato il primo momento mi venne naturale cercare di far aderire il più possibile il mio buco al suo pube finché i suoi coglioni cominciarono a sbattere sulla mia pelle. Mentre ormai poteva scoparmi liberamente, continuavamo a baciarci e spesso lui mi infilava la sua lingua a fondo indurendola tanto che mi sembrava di avere un cazzo in bocca.
Ormai non era più solo una eccitante scopata, ma le sensazioni erano quelle di fare l’amore. Dopo del tempo mi avvisò che stava per venire, io quasi con un filo di voce lo incitai a farlo e mentre lui accelerava io mi strusciai un po’ la cappella e, continuando a slinguarci con forza, lui ebbe il suo orgasmo e io il mio simultaneamente. Lui restò sopra di me, la mia sborra che bagnava i nostri corpi e con il suo cazzo che lentamente scivolava fuori da mio buco lasciando dentro il preservativo che quando lo ebbi sfilato mi resi conto che conteneva una bella sborrata.
Andammo a fare la doccia e mi piacque tantissimo guardare il suo corpo ben fatto, la forma del suo cazzo che mi sembrava quasi impossibile che fosse entrato tutto dentro di me. Entrammo di nuovo in una cabina e cominciammo a parlare. Mi disse che si chiamava Filippo, che faceva l’autista di pullman turistico e che ogni mese tornava in città. Decidemmo che ci saremmo rivisti, ma nel suo pullman.
Nel pullman
Nella data e all’orario fissati arrivai puntualissimo e lo vidi da lontano accanto al suo pullman a due piani. Nell’avvicinarmi, aumentava la mia disponibilità fisica ed emotiva nei suoi confronti, il desiderio di sentire nuovamente la sua energia, il suo calore, la presa ferma del suo corpo sul mio. Lo raggiunsi e dopo un cenno di saluto, mi fece salire al piano di sopra. Non potevamo essere visti dall’esterno e ogni portiera era stata chiusa. Ci abbracciammo subito con forza, pressando l’inguine l’uno con l’altro fin quando sentimmo i nostri cazzi indurirsi. Ci spogliammo a vicenda e, dopo che lui ebbe steso sul pavimento una coperta, ci sdraiammo abbracciandoci e baciandoci dappertutto facendo più volte il sessantanove oppure leccando e prendendo in bocca a turno le palle e il cazzo l’uno dell’altro. Infine, mi misi supino a gambe sollevate e lui mi infilò subito il cazzo nel buco che era rilassatissimo per l’eccitazione e cominciò a scoparmi abbracciandomi forte e baciandomi a fondo lasciando che io succhiassi la sua lingua come se fosse un cazzo. Anche stavolta arrivammo a sborrare insieme. Lui nel preservativo che si era messo prima dí entrare dentro di me, io sul mio ventre bagnando anche il suo.
Dopo quella volta non tornai più in sauna ma ogni mese per quasi un anno mi incontrai con
lui e tutte le volte godemmo tantissimo.
Ogni tanto facevamo alcune variazioni, ci leccavamo il buco, lui mi scopava mettendomi a pecora oppure mi spompinava facendomi arrivare quasi al massimo dell’eccitazione e poi mi infilava il cazzo con forza provocando la mia sborrata e continuando a chiavarmi come se fossi semplicemente il suo oggetto di godimento per raggiungere l’orgasmo.
Una volta, mentre eravamo al massimo dell’eccitazione, mi parlò, ansimando per il piacere, di un suo collega che avrebbe voluto partecipare una volta al nostro incontro. Preso dalla curiosità per la novità, dall’eccitazione del momento e dalla mia generale accondiscendenza verso di lui, accettai. Fu così che, la volta successiva, salimmo sul pullman in tre. Il suo amico mi sembrò subito una persona decente come modi, piuttosto attraente fisicamente. Dopo le presentazioni, iniziammo subito a spogliarci. Filippo fu il primo ad essere completamente nudo. Notai che il suo cazzo era già quasi completamente ritto e, nel calarmi gli slip mi voltai e vidi che anche il suo amico stava già avendo una erezione. L’amico si inginocchiò davanti a me e iniziò subito a leccarmi le palle arrivando ben presto ad ingoiare la mia cappella. F. nel frattempo mi abbracciava da dietro facendomi sentire il suo cazzo duro che pressava sul fondo schiena. Io mi chinai per segnalare che volevo che me lo infilasse e mi bagnai il buco con la saliva. Ci fu una pausa mentre si metteva il preservativo e sentii che lui cercava il punto esatto per entrare. Lo fece abbastanza velocemente dato che ero davvero eccitato e alla fine mi trovai ad essere scopato stando a pecora. Il suo amico non poté più spompinarmi comodamente in quella posizione e si alzò in piedi davanti a me mettendo il suo cazzo proprio di fronte al mio viso. Ero infoiatissimo e mi venne naturale prenderlo subito tutto in bocca.
Quando Filippo dette segnali di essere sul punto di venire, accelerai il ritmo della pompa e mi masturbai più velocemente. Sborrammo quasi nello stesso momento. Filippo mi strinse per i fianchi e scaricò il tutto nel preservativo che ebbi modo di vedere successivamente, con una certa mia soddisfazione , appesantito al fondo dalla copiosa sborrata. Il suo amico tirò fuori il cazzo dalla mia bocca schizzando un po’ in faccia e il resto sulla sua pancia. Io mi schizzai nelle mani che restarono bagnate in attesa che Filippo ci passasse dei fazzoletti per ripulirci. Tutti silenziosamente molto soddisfatti, ci rivestimmo.
Mi ritrovai con Filippo varie altre volte regolarmente ogni mese sul suo pullman parcheggiato insieme ad altri nel solito parcheggio alle porte della città. Ogni volta facemmo l’amore. Mi stavo in qualche modo innamorando di lui che mi eccitava in vari modi per poi terminare scopandomi nel culo oppure anche solo in bocca. Una volta andò fino in fondo mi sborrò in bocca senza tirare fuori il suo cazzo invece di schizzare sulle mie labbra come aveva cominciato a fare le volte precedenti. Quella volta, lo schizzo fu talmente repentino e inaspettato da parte mia che lo presi tutto in bocca. Non mi piacque, però neppure mi dispiacque. Sputai in un fazzoletto di carta mentre Filippo mi accarezzava teneramente la nuca e i testicoli.
Nei giorni successivi mi tornò in mente la sborrata ricevuta in bocca da Filippo e poco a poco crebbe in me la voglia di riprovare volontariamente anche perché il suo atteggiamento tenero nei miei confronti mi aveva preso fortemente. Successe così che dalla volta successiva in avanti la conclusione del nostro rapporto fu il suo schizzo nella mia bocca e il mio orgasmo in contemporanea, mentre mi masturbavo, con le successive tenerezze di F.
Un giorno accadde un fatto diverso. Quando arrivai al pullman, mi resi conto che oltre a lui e all’altro amico che mi aveva già scopato, c’erano altri due colleghi autisti sui quarant’anni, uno alto e robusto, l’altro col fisico simile al mio, snello e giovanile. Quando arrivai, salutai probabilmente con un’aria un po’ inquisitiva. Notai un cenno come di intesa tra i quattro. Filippo invitò tutti a salire sul pullman. Non feci domande, ma mi prese la stessa sensazione mista tra sfinimento ed eccitata curiosità di quando ero andato in sauna la prima volta. Salimmo sul pullman senza presentarci, solo una breve occhiata di saluto. Filippo cominciò a spogliarmi e quando fui tutto nudo, quello dei tre che conoscevo, ormai nudo anche lui, cominciò ad accarezzarmi finché mi prese il cazzo ormai duro in mano. Non potevo vedere gli altri due che stavano dietro di me. Poi F. mi abbracciò e mi prese il cazzo in bocca slinguando con forza la cappella. Io ero ormai eccitatissimo e preso dalle sensazioni forti che mi davano quelle azioni.
Ad un certo punto F. mi fece sdraiare sui sedili e i due nuovi a turno mi pomparono per un po’. Potei vedere brevemente il cazzo di ognuno. Uno era lungo, un po’ affusolato, con una forma della cappella che sembrava un siluro, l’altro era piuttosto corto e molto massiccio, non ne avevo mai visti di così grossi. Non riuscii a pensare a niente, mi sentivo senza volontà, disponibile e basta. Le mie gambe erano stranamente calde di un calore particolare e leggere, troppo leggere per reggermi saldo.
Mi alzai e fra carezze dappertutto e baci di Filippo che mi stava dietro pigiando la cappella sul mio buco, mi ritrovai a novanta gradi con la mia bocca vicino al cazzo dell’autista che già conoscevo. Una breve pausa nel momento in cui F. si metteva il preservativo e mi bagnava il buco con la saliva, poi cominciai a sentire spingere la cappella e il cazzo nel mio culo pronto a riceverlo e lui che mi spinse con un gesto deciso la testa giù verso il cazzo rittissimo del suo amico che con naturalezza cominciai a succhiare e leccare. Mi ricordo anche la bellissima sensazione di avere qualcuno che usava la bocca sulle mie palle e sulla mia cappella.
Dopo essere andati avanti in questo modo per un po’ di tempo, F. sfilò il cazzo dal mio buco, si tolse il preservativo e si sdraiò sul sedile al posto dell’altro che mi accorsi che si stava mettendo il preservativo. Mi inculò subito mentre F. mi mostrava il suo bellissimo cazzo alzando il bacino in modo che capissi, se ce ne fosse stato bisogno, che voleva farsi fare una pompa. Mentre ero preso così ed ero praticamente infoiato e completamente disponibile a tutto, i due nuovi si misero uno da una parte e uno dall’altra pigiando i loro cazzi che mi parvero caldissimi sui miei fianchi. L’autista che mi stava inculando, ad un certo punto accelerò il movimento del bacino e, stringendomi forte pigiò il cazzo fino in fondo godendo. Io mi eccitai tantissimo nell’essere l’oggetto del suo intenso godimento.
Filippo fece sdraiare al suo posto il nuovo col cazzo lungo e, dopo essersi messo un nuovo preservativo mi penetrò ancora senza sforzo perché ormai il mio buco era allargato.
Qualcuno, non so chi, mentre venivo inculato e facevo la pompa a quel bel cazzo lungo e leggermente piegato all’ingiù che mi arrivava fino in fondo alla gola, mi accarezzava le palle e il cazzo da tempo rittissimo. Dopo qualche minuto, quello che stavo pompando cominciò a gemere e io feci in tempo a togliere la bocca dalla cappella da cui fuoriuscì un bel fiotto di sborra.
A quel punto ci fu una pausa. Filippo tirò fuori il suo cazzo dal mio buco e si sdraiò di nuovo davanti a me sollevando un po’ il bacino in modo che fosse chiaro che voleva che lo pompassi di nuovo. Appena mi fui chinato, sentii la pressione del cazzone grosso sul mio buco. Ormai ero totalmente disponibile e la penetrazione avvenne gradualmente senza farmi male dopo il primo momento di ingresso fatto con un piccolo colpo. Il cazzone cominciò ad andare avanti e indietro senza sosta. Io continuavo la pompa a F. e godevo perché continuavo a sentire le carezze e la mano che mi strusciava il cazzo, ora quasi accarezzandolo, ora stringendolo più forte.
Non so per quanto tempo venni scopato. Mi sentivo il culo che quasi non sopportava più la spinta del cazzone e avevo smesso di succhiare così che F. faceva il movimento tenendomi la testa. Ad un certo punto chi mi scopava accelerò, dando colpi molto fitti e con forza, finché sborrò nel preservativo, anch’io sborrai allargando al massimo la bocca dove arrivò la sborrata di F. che in quella confusione di piaceri ingoiai completamente.
Restammo fermi per un po’ per riprendere fiato. Poi in silenzio ci ricomponemmo e ci salutammo senza alcun commento.
Per tutta la settimana successiva, il mio buco restò dolorante, ma non spiacevolmente, e spesso bagnato. Io ero piuttosto frastornato.
Nei mesi successivi, una volta al mese, continuai a fare l’amore con F. sempre sul pullman. Una volta gli chiesi informazioni sui suoi amici. Lui mi disse che sarebbero stati tutti nel parcheggio il mese successivo. Io non dissi niente, ma anch’io interpretai il mio silenzio come una richiesta di nuovo incontro. Così, la volta successiva, li vidi tutti e quattro da lontano e fui preso dal desiderio di sentirli tutti e, allo stesso tempo, di non essere lì. Arrivai e salimmo sul pullman. Si ripeté la stessa dinamica della volta precedente, solo che io ero più volontariamente disponibile e loro più decisi. Non ci furono molte differenze rispetto alla volta precedente, io facilitai ancor più l’ingresso dei cazzi nel mio buco e tre di loro, con l’eccezione del cazzone che mi scopó per ultimo nel culo, mi sborrarono in bocca senza però che io ingoiassi. Inoltre, quella volta, l’autista col cazzone decise di allargarmi ancora di più e mi infilò tre dita tenendole intorno al suo cazzo, cosa che mi disse solo dopo averlo fatto. Ormai il mio culo poteva accogliere cazzi ancora più grossi.
Questi incontri a cinque si ripeterono ogni tre quattro mesi per circa tre anni. Diventammo tutti più loquaci dicendoci porcate che aumentavano l’eccitazione. Purtroppo il tipo di viaggi che facevano cambiò e finì che non riuscimmo più a combinare, neppure io e Filippo. Rimasi a lungo senza fare niente, vivendo in qualche modo solo di ricordi, finché un giorno decisi di tornare in sauna.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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